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motivazione in pista ...partiamo da un esempio pratico

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2009 09:25
06/02/2009 17:48
 
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Caro Zagor, vedi tu puoi dire che sei anche il Re d'Inghilterra, ma chi ti conosce?
Da quello che ho capito qui Spyryt è conosciuta ed è ammirata.
C'è chi ha provato i suoi consigli e si è trovato bene, tu invece cosa proponi?
Credo che la posizione propositiva (quella di Spyryt) sia giusta, la tua solo critica (non costruttiva) errata.
Poi scusa ma Spyryt cosa ti ha fatto?
Se ti da fastidio non leggere!
A proposito di dito...
Sei sicuro che non sia tu quello che guarda il dito e non la luna?
07/02/2009 14:04
 
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Io parto da un'altro concetto. Ascolto tutto, ascolto tutti e poi elaboro con la mia testa. Può essere che una cosa detta dal due volte campione del mondo IPO a me non interessa mentre quella detta da un ragazzo che non ha mai fatto una pista in vita sua sì. Chiaramente vale il contrario. E tante volte è utile immagazzinare informazioni che al momento sui cani che lavori non servono ma che poi nel futuro...
Anche la visione del cane dall'esterno è utile sia di un professionista super affermato che di un semplice spettatore che vede una gara di cani per la prima volta (soprattutto se ha altri cani come confronto).

07/02/2009 14:05
 
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Chiaramente quindi se hai idee per i problemi di Velvet sono qui pronta ad ascoltarli
09/02/2009 11:16
 
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Nella mia vita ho avuto più di un cane, pur con quanto l'esperienza abbia aggiunto, la filosofia nell'addestramento alla ricerca in pista è rimasta la stessa, al cane ho sempre dato grande autonomia e possibilità di scelta, premi e gratificazioni quando la scelta era quella giusta. Con questo sistema ho sempre potuto introdurre gli oggetti direttamente in pista in quanto gli stessi rientravano come novità gratificanti in un iter che già lo era. I risultati sono sempre stati molto positivi, ad Arluno, in Sch1 feci addirittura 100. Ma con un cane non andò così. In addestramento il cane andava sempre bene mentre in gara entrava in pista con poco interesse e distratto ed il risultato era al più sufficente. Cercai di capire meglio il mio cane, di adottare tutto quanto secondo me poteva portare un vantaggio ed un miglioramento, mi confrontai con amici, conoscenti ed "addetti ai lavori", il risultato era sempre il medesimo, in allenamento super, in gara una delusione. Il probblema con quel cane non fu mai risolto completamente e la conclusione che ne trassi è che il cane, causa scarsa tempra, tendeva a lavorare tranquillamente, manifestando tutte le doti che aveva, quando mi sentiva psicologicamente vicino, bastava quel poco di diverso, di destabilizzante che interveniva nell'ambito della gara e l'insicurezza determinata dal non sentirmi più così vicino prevaleva.
In altre parole mi pare sia quanto descritto da SummerOnice, cosa che il giudice colse dicendo che il cane voleva troppo bene al padrone. La pista è un lavoro che il cane deve fare in grande autonomia e con grande concentrazione e, per quanto sia il primo a dolermi nel doverlo dire, la qualità ed il carattere del cane giocano un ruolo nel quale non sempre è possibile intervenire, non sempre, l'addestramento (inteso nel senso più vasto del termine) può essere risolutivo.
Volevo aggiungere due considerazioni sull'atteggiamento di Velvet: l'accelerare dopo l'angolo lo ritengo fisiologico, l'angolo rappresente una difficoltà, la risoluzione ha una conferma nel ritrovamento stesso della traccia, la conferma lo rassicura e l'andatura ne risente. Potrebbe, molte volte lo è, essere determinato anche da un costante rinforzo dopo ogni angolo. Risolvo l'angolo ed accellero perche così prima trovo il premio. Riguardo al fatto che abbia segnalato in modo diverso dall'abituale penso sia da ricondurre al discorso iniziale sull'insicurezza, il cane trova l'oggetto, una vocina interiore gli dice che deve fare qualche cosa, ma la sconcentrazione e la mente altrove gli fa fare la cosa a metà, come se la facesse sopra pensiero e, ribadisco la mia convinzione: sconcentrazione, mente altrove, sopra pensiero, tutte facce dell'insicurezza.
12/02/2009 14:31
 
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Valutando il cane nelle altre due sezioni e nelle altre prove in cui ha lavorato non credo che sia un problema di tempra ma sicuramente di estrema sensibilità nei miei confronti complice probabilmente un lavoro non ben fatto nella fase A.
13/02/2009 09:25
 
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Nell'esempio portato parlavo di scarsa tempra relativamene comunque a cani che sono arrivati in IPO3 con risultati di estrema decenza, pertanto concordo con SummerOnice e, senza dubbio, possiamo sostituire la definizione "tempra" con sensibilità ma l'analisi del probblema non cambia.
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