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La Gravidanza isterica

Ultimo Aggiornamento: 16/11/2012 17:14
30/06/2006 16:30
 
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Tra i cani, le femmine spesso presentano i sintomi di una vera e propria gravidanza senza essere realmente in attesa dei cuccioli. In questa condizione, presubilmente riconducibile alla primitiva vita di branco dei Canidi, oltre alla comparsa di comportamenti materni, si assiste anche alla produzione di latte dalle mammelle con il rischio di sviluppo di mastiti. Un problema oggi curabile con farmaci specifici.

La pseudogravidanza, conosciuta altrimenti con i nomi di falsa gravidanza, gravidanza isterica, pseudociesi e falso allattamento, è un'affezione molto comune nella cagne e relativamente frequente nella gatta e nella coniglia.
Nei cani, in modo particolare, la tendenza a sviluppare questo problema viene considerata dagli studiosi una condizione parafisiologica, pur se maggiormente evidente in taluni animali rispetto ad altri. Si ritiene, infatti, che possa essere imputabile a una differente sensibilità di risposta individuale nei confronti dell'azione degli ormoni femminili (prolattina, LH, progesterone), le cui variazioni caratterizzano le fasi riproduttive. Quasi tutte le cagne, pertanto, manifestano in maniera più o meno evidente questo disturbo, che tipicamente le accompagna per tutto il corso della loro esistenza, di pari passo all'alternarsi delle diverse fasi del ciclo sessuale.
La falsa gravidanza è una condizione che si manifesta in molte cagne non sterilizzate. I sintomi sono variabili: di solito vi è un leggero ingrossamento delle mammelle e una conseguente produzione di latte; in altri casi si può osservare addirittura anche un rigonfiamento del ventre.
La falsa gravidanza probabilmente trova una speigazione nella primitiva vita di branco dei Canidi, dove anche le femmine senza prole potevano, all'occorenza, prendersi cura dei cuccioli di altre femmine.

Una questione di ormoni
In ogni caso, la pseudogravidanza (che è stata descritta anche in altre specie animali, compresa quella umana) deriva dall'eccessivo tasso prolattinemico e si manifesta alla fine del diestro (una sessantina di giorni dalla fine dell'estro nella cagna e nella gatta, trenta giorni circa nella coniglia) con sintomi (fisici e comportamentali) per molti versi sovrapponibili a quelli della gravidanza vera e propria, senza che si sia ovviamente verificata una fecondazione.
L'animale, durante la falsa gravidanza, si comporta come se stesse portando avanti la gestazione e fosse arrivato ormai a termine. Si assiste, così, a nervosismo, irritabilità, disoressia (appetito svogliato e/o capriccioso), tendenza a ricercare un luogo tranquillo e appartato dove preparare la tana per il parto. A tale scopo, cagne e gatte possono accumulare materiali caldi e morbidi (indumenti, stracci, giornali e così via) in quello che costituisce il giaciglio in cui dare i piccoli alla luce, mentre la coniglia provvede, come è abitudine della specie, a strapparsi con i denti la pelliccia (soprattutto nella zona del petto), creando aree rase anche di una certa entità.

Tra i sintomi la produzione di latte
Alcuni animali, addirittura, possono presentare un'alterazione del profilo addominale: i fianchi arrotondati simulano in tal modo la presenza di un utero gravido di feti. Un dato piuttosto costante è l'aumento di volume delle ghiandole mammarie (particolarmente le due inguinali), che appaiono turgide: la delicata spremitura dei capezzoli favorisce la fuoriuscita di siero lattiginoso, la cui produzione viene normalmente mantenuta e autoalimentata mediante la suzione. Spesso la femmina esibisce poi un morboso attaccamento nei riguardi di uno o più oggetti (quali per esempio un giocattolo, un pupazzo o un indumento) che simboleggiano la prole e che vengono costantemente accuditi e difesi, al limite dell'aggressività.
La più importante conseguenza della pseudogravidanza è la mastite, dipendente dall'ingorgo mammario e caratterizzato da sintomi locali (gonfiore e calore di una o più ghiandole, la cui palpazione suscita altresì reazioni di dolore) e talvolta generali (ipertermia, mancanza di appetito, abbattimento del sensorio).

Come curare la gravidanza isterica
La terapia può essere medica o chirurgica. Nel secondo caso l'intervento di ovariectomia consente la risoluzione definitiva del problema, garantendo nel contempo sia la cessazione di tutti gli inconvenienti legati al ciclo sessuale che la prevenzione delle patologie che possono colpire l'apparato genitale femminile, specie in età avanzata.
Quanto alla terapia medica, invece, la sintesi di molecole antiprolattinemiche si è ormai definitivamente sostituita all'impiego di impacchi locali e alla somministrazione per os di diuretici e antiedemigeni, ormai del tutto superata.

I farmaci che bloccano il latte
Il mercato del farmaco veterinario offre attualmente in Italia due diversi principi attivi per la cura della pseudogravidanza: la cabergolina e la metergolina. Una terza molecola, la bromocriptina, presa a prestito dalla farmacologia umana, rappresenta - pur se meno utilizzata e consigliata solo nella specie canina - un'alternativa alle due precedenti.
La cabergolina è un derivato ergolinico per il quale è stato dimostrato, se somministrato per via orale, un potente effetto antiprolattinemico di lunga durata. L'azione antiprolattinica si manifesta in conseguenza di uno stimolo diretto dei recettori dopaminergici presenti sulle cellule lattotrope ipofisarie. La molecola ha un ampio margine di sicurezza e non causa fenomeni di vomito, depressione e irrequietezza. Trova quindi la sua ragione d'impiego in quelle situazioni presiedute dalla prolattina, come la lattazione post partum e la pseudogravidanza. La dose d'impiego raccomandata è di 5 microgrammi per ogni kg di peso dell'animale in un'unica somministrazione quotidiana per sei/dieci giorni a seconda della gravità del quadro clinico. Il prodotto è disponibile in commercio sotto forma di soluzione orale. L'inizio della regressione di volume della ghiandola mammaria e della secrezione siero/lattiginosa, concomitanti all'attenuazione dei fenomeni psichici, avviene già a partire dal secondo/terzo giorno dall'inizio del trattamento, mentre la remissione completa avviene di norma entro il nono/decimo giorno. Qualora si verificassero fenomeni di ricaduta, i soggetti possono essere ritrattati in accordo alle modalità d'uso precedentemente indicate. Nella casistica nota, alcuni soggetti (cani e gatti) hanno fatto registrare fenomeni di vomito entro una/due ore limitatamente alla prima somministrazione. La terapia non deve essere interrotta, poiché tale fenomeno non si verificherà agli interventi successivi. Durante il trattamento è altresì possibile il verificarsi di una leggera inappetenza.
La metergolina è un derivato sintetico dell'ergolina, che svolge un'azione antiserotoninergica a livello delle cellule lattotrope dell'ipofisi, bloccando in tal modo l'azione stimolante la produzione di prolattina di tale neurotrasmettitore. Dopo l'assorbimento intestinale si registra la comparsa di cinque metaboliti che vengono eliminati nelle feci (80%) e nelle urine (20%); alcuni di essi hanno attività antiprolattinemica. La molecola permette di arrestare la lattazione, di eliminare i disturbi comportamentali legati alla pseudogravidanza e di far regredire il volume delle mammelle. È ottimamente tollerata e i suoi effetti secondari sono leggeri e di breve durata. La dose indicata nella cagna è di 0.20 mg per ogni kg di peso dell'animale ogni dodici ore per quattro/otto giorni, mentre nella gatta è di 0.25 mg per ogni kg di peso dell'animale ogni dodici ore per quattro/otto giorni nella cagna Il prodotto, disponibile in commercio sotto forma di compresse per uso orale, deve essere somministrato direttamente all'animale oppure mescolato all'alimento previa triturazione. Al dosaggio indicato si può talvolta registrare vomito e rammollimento delle feci: tali fenomeni sono comunque lievi e di breve durata.
La bromocriptina è un derivato semisintetico degli alcaloidi dell'ergot che, rispetto agli estratti naturali, ha una potente azione agonista nei confronti dei recettori dopaminergici D2. Dotata di attività inibitoria sul rilascio della prolattina, è da anni impiegata in medicina umana per la cura delle iperprolattinemie, così come nell'acromegalia e nel morbo di Parkinson. In medicina veterinaria può essere impiegata, unicamente nel cane, nelle patologie comportamentali legate a secrezione di prolattina e nei casi in cui sia indicato interrompere una galattorrea fisiologica o patologica. La dose consigliata è compresa tra 50 e 90 microgrammi per ogni kg di peso dell'animale, da somministrare una o due volte al dì a stomaco vuoto, onde evitare la comparsa del vomito. Quest'ultimo, che compare non infrequentemente in corso di trattamento da trenta minuti a un'ora dopo la somministrazione, non è da considerare un segno di tossicità, ma un effetto legato all'azione della bromocriptina su altri recettori dopaminergici posti a livello del sistema nervoso centrale e del tratto gastrointestinale. Per evitare vomito di grande entità, si consiglia di somministrare il prodotto a stomaco vuoto e di non alimentare l'animale nell'ora successiva alla terapia. L'entità di questo spiacevole effetto non è comunque in genere tale da determinare la necessità di interrompere la terapia. Tale sintomo, inoltre, non comporta una perdita di efficacia terapeutica, in quanto si manifesta sempre dopo (e a causa) l'avvenuto assorbimento della molecola.

La cura omeopatica
Per far regredire la lattazione può essere utile l'impiego dell'associazione di Sulfur 7/9 CH, Urtica u. 1D, Calcarea ost. 5 CH, Pulsatilla 3 D, Bryonia 5 CH, Lac caninum 5 CH. Se la pseudogravidanza si manifesta, invece, senza produzione di latte, può essere più indicata, per riequilibrare il sistema endocrino, l'associazione di Aloe soc. 9 CH, Nux moscata 4 CH, Cyclamen 4 CH, Nux vomica 4 CH, Crocus sativum 4 CH, Thuya 5 CH.
ARTICOLO

Paola con Swan e Dixie
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