È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!




Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Tito

Ultimo Aggiornamento: 25/01/2009 00:41
17/06/2006 19:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota
OFFLINE
Post: 1.652
Registrato il: 16/06/2006
Sesso: Femminile
Classe Lavoro
BOXER STAFF
Il ricordo da parte di una carissima amica per il mio grande Tito, scomparso prematuramente il 25 gennaio 2006:
UN NIPOTE CON LA CODA

Sembra facile.
Un'amica - un'amica molto cara - perde il suo cane improvvisamente, tragicamente; un
colpo che ci lascia secchi tutti.
Lei vorrebbe scrivere qualcosa su quel cane che per lei era davvero un figlio: ma non se la sente, non ce la fa.
Allora tu dici: "Dài, lo faccio io"...e sembra facile, appunto.
Ma appena provi non dico a scrivere, ma solo a pensare di scrivere, ti viene un nodo qui.
E già ti accorgi che hai scritto "per lei era come un figlio" e che sembra la solita frasetta retorica, la solita cosa che si dice quando muore un cane ma a cui in realtà non si pensa davvero...perché, cavoli, i cani sono una cosa e i figli un'altra.
E' un modo di dire, pure un po' trito e ritrito.
Invece tu sai che in questo caso NON è solo un modo di dire, perché Tito era davvero il figlio di Paola. E non sai come farlo capire a chi ti leggerà.
Certo, tu, che sei madre, puoi fare un distinguo, perché il figlio a due zampe ce l'hai e sai cosa provi per lui: ma Paola non ha figli a due zampe, paragoni non può farne...e una cosa è certa, ma proprio certa al cento per cento. Il massimo dell'amore che si può dare a qualcuno che non sia un figlio a due zampe, lei l'ha dato a Tito.
Ma adesso come si fa a pensare a Paola senza Tito?
Come si fa a scrivere cose che potrebbero sembrare modi di dire, mentre non lo sono neanche un po'?
Io faccio così: non penso più a Paola e parlo di me.
Così, forse, riuscirò a farvi capire chi era, cos'era Tito per chi l'aveva conosciuto anche solo per cinque minuti.
Perché io, per esempio, l'ho visto forse una decina di volte in vita mia; Paola è un'amica, sì, ma abitiamo lontane e non è che ci frequentiamo troppo spesso.
I suoi cani li "vivo" soprattutto via Internet, quando mi racconta dei loro giochi, dei loro malanni (equamente divisi tra quelli reali e quelli creati dalla costante paranoia di puna proprietaria superapprensiva) e ovviamente dei disastri che le combinano...perché ne combinano.
Tutti i cani sono casinari; i boxer sono casinari al quadrato.
Tito era casinaro al cubo.
Ecco, forse bisogna proprio partire da qui, per descriverlo: perché Tito era un boxer, e vabbe'...chi conosce la razza può già intuire un bel po' di cose.
In più era un boxer maschio.
E particolarmente grosso (oltre che particolarmente bello).
E con la coda.
Tutti indiscutibili peggiorativi del fatto - già grave, quando si parla di casino! - di essere boxer: ma tutto questo non avrebbe ancora significato nulla, se non ci fosse messo anche il suo carattere.
Ma QUALE carattere?
Perché, dài...è chiaro che, se si fosse trattato di un cagnaccio ringhioso o mordace, non saremmo qui a piangerlo in tanti.
Amanti degli animali, sì...ma entro certi limiti!
Quindi, domandona: come può un cane BUONO aumentare a dismisura il proprio livello di casinismo per colpa del suo carattere?
Risposta: si può, si può.
Basta essere convinti, a tre anni, di avere tre mesi.
Basta amare incondizionatamente, con tutto il proprio essere, non una persona o due, ma l'umanità in generale.
E basta avere una disperata voglia di esternare questo amore, ancora una volta, con tutto il proprio essere: un essere di oltre trenta chili fatto di muscoli, di capoccione da molosso e, naturalmente, di coda formato nerbo d'acciaio!
Ecco, ma si può?
Ogni volta che penso che Tito è morto, mi viene da piangere: e ogni volta che ripenso a Tito vivo, mi scappa da ridere.
Mi scappa da ridere nonostante la tristezza e nonostante il fatto che ogni nostro incontro si sia trasformato in una serie di lividi dalle varie sfumature, che regolarmente riusciva a piazzarmi addosso semplicemente "salutando la zia".
Zia che probabilmente, per lui, era solo una delle tante, una del mucchio: perché lui amava svisceratamente tutti, dal primo all'ultimo degli umani, meritevoli o meno.
Però ognuno di noi, suppongo (be', io di certo!) si sentiva amato in modo speciale.
Giuro, io ai cani voglio davvero bene: e anch'io ne voglio a tutti...perché i cani, a differenza degli umani, sono tutti meritevoli.
Ora, volendo bene a tutti, mi viene assolutamente spontaneo definirmi "zia"di tutti i cani che conosco (e "mamma" dei miei, ovviamente): neanch'io posso fare paragoni, in questo caso, con un ipotetico nipote vero, perché non ce l'ho.
Forse gli vorrei più bene di quanto non ne voglia ai cani degli amici...ma siccome non ce l'ho, appunto, posso anche pensare che il bene di una "zia" sia più o meno quello che voglio ai cani degli amici.
Però, accidenti...quello che volevo a Tito era qualcosa di diverso, di speciale.
Perché, accidenti doppio, lui ERA un cane speciale. Punto e basta.
Ho detto che i cani sono tutti meritevoli d'amore, ed è verissimo: è la cosa di cui sono più convinta al mondo.
Ma anche tra gli angeli del Paradiso ce ne sarà pure uno più "angelico" degli altri: o no?
Senza nulla togliere all'angelicità media, non posso credere che non ce ne sia uno più buffo, più simpatico, più casinaro, più...PIU'.
Quindi, per favore, non si offenda nessuno, se dico che Tito era il mio nipote un po' speciale.
E non rida nessuno se penso che adesso sia davvero un angelo con la coda: perché io non sono credente, ma a volte faccio finta di diventarlo. Sì, quando mi fa comodo, lo ammetto.
E di solito mi fa comodo solo quando muore qualcuno che mi è caro; quando non posso convincermi che sia finito, annullato, sparito, punto e basta.
Quando voglio credere che si sia semplicemente spostato in un posto diverso, in una dimensione diversa in cui vivere una vita diversa e naturalmente felicissima.
Presumo che se si vuole credere in questo posto (il Ponte dell'arcobaleno, forse...) si debba per forza accettare anche una Presenza che offra finalmente un po' di giustiziaa chi non l'ha avuta su questa terra del cavolo.
Chiamatelo Dio, chiamatelo Essere Superiore, chiamatelo un po' come vi pare: se non ci fosse sarebbe un po' difficile convincersi che i buoni andranno a stare splendidamente bene e i cattivi se la prenderanno in quel posto...perché CHI mai lo deciderebbe?
Quindi Dio, a volte, mi fa comodo.
E oggi è una di quelle volte.
Mi fa comodo credere in un Dio che, essendo Buono e Giusto, dev'essere per forza anche cinofilo (altrimenti che Buono e Giusto sarebbe?)
E se è anche solo un pochino cinofilo, ma anche pochino pochino, eh...Tito a quest'ora è sicuramente un angelo con la coda.
Perché ha fatto neri tutti quelli che ha conosciuto, dal primo all'ultimo: ma l'ha fatto solo perché aveva dentro troppo amore. Un amore strabordante, che non poteva contenere.
Dopo i raduni di IDAC, il newsgroup cinofilo, a cui più volte ha partecipato anche Paola, l'argomento principale del "day after" era la conta dei lividi lasciati dal prorompente amore di Tito.
Perché lui, vedete, doveva venirvi in braccio e baciarvi tutti, da capo a piedi; non c'è mai stata alcuna possibilità di fargli cambiare idea, né con l'addestramento, né con le sgridate...né con la fuga più indecorosa.
Lui ti beccava, sempre e comunque. E finché non ti aveva distrutto a forza di abbracci e baci, non ti mollava. Punto.
A volte, ripensandoci, mi chiedo se fossi proprio scema, certe volte...perché ogni tanto andavo a dormire a casa di Paola, quando passavo dalla sua città.
E lei, ogni volta, mi offriva la possibilità di NON incontrare il mio scalmanato nipote, raggiungendo la camera per vie traverse.
Ma io le ho sempre risposto "Sei matta? io VOGLIO salutare Tito!"...per poi pensare "ma perché ho detto cosìììììììììì?!?!?" mentre soccombevo sotto zampate, codate, testate e baci, baci, baci e strabaci...e per rispondere nuovamente "VOGLIO salutare Tito" la volta successiva.
Masochista, dite? Boh. Forse.
Ma il fatto è che non sono mica stata l'unica.
Non conosco un solo amico, tra quelli regolarmente massacrati da Tito, che non abbia voluto salutarlo ogni volta che era possibile.
Forse perché l'amore, anche quando è espresso in modo "leggermente" eccessivo, si riconosce sempre come tale.
Forse perché, tra zampe vorticanti e coda assassina, c'erano anche quegli occhi traboccanti di felicità e di gioia di vivere, di una gioia contagiosa; un'altra di quelle cose che non puoi confondere con qualcos'altro.
Un'altra di quelle cose per cui vale la pena di prendere qualche botta, pur di godertela per cinque minuti.
E adesso mi viene da pensare che qualcuno, invece che per cinque minuti ogni tanto, se la godeva OGNI minuto di OGNI giorno: e adesso non ce l'ha più.
E non so come potrà fare, anche se so già quello che farà: prenderà un altro cane, perché è l'unica cura possibile.
E non toglierà proprio niente a quel mio nipote, a quel suo figlio, a quell'angelo con la coda che era fatto di gioia pura e semplice, e che per gioia pura e semplice, per totale, assoluta fiducia nel mondo, ha attraversato la strada nel momento sbagliato.
Sono sicura che lui, con gioia pura e semplice, accetterà di vedere un'altra coda al fianco della sua "mamma"; un'altra codina coccolata da tutti gli "zii" che si sforzeranno di trovare qualcosa di speciale anche in questo nuovo cucciolo...e forse qualcosa troveranno.
Ma non sarà speciale come lui. E non c'è alcun bisogno che lo sia. Nessuno di noi, Paola per prima, credo, si può illudere di "sostituire" Tito. Quello che si può fare, quello che faremo tutti quanti, Paola per prima, è andare avanti nonostante tutto, perché la vita funziona così. La morte esiste.
A volte arriva al momento giusto e la si può accettare serenamente; altre volte arriva in modo ingiusto, stupido e imprevisto...e devi accettarla lo stesso, anche se fai il doppio di fatica e devi fare i conti anche con la rabbia.
Ma in fondo è sempre la stessa cosa: c'è chi muore e chi rimane e deve andare avanti come può, meglio che può. Sempre con un cane vicino, perché senza cani è un po' morta anche la vita.
Ciao, cane speciale.
Ciao nipotino "vero", non solo per modo di dire.
Conoscerti è stata una fortuna che valeva tutte le lacrime che mi hai costretto a versare.
Sei stato un cane speciale, oggi sei un angelo speciale (perché, se non lo sei...allora Dio non esiste): e forse è vero, accidenti, che le cose speciali devono durare poco.
Ma meno male che - anche se per poco - esistono.
A volte sfiorano le nostre vite, a volte le scatafasciano a zampate: e a me questo secondo modo è piaciuto un sacco, perché mi permetterà di ricordarti sorridendo.
Oggi magari no, ancora no.
Ma domani sì.

Di: Valeria Rossi Tratto da: www.tipresentoilcane.com/Archivio/Archivio.html

Paola con Swan e Dixie
http://www.tequyla.it/
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Aggiungi il forum ai preferiti

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:46. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com