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Medicina alternativa

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2006 16:23
30/06/2006 16:23
 
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Omeopatia anche per gli animali

La disciplina omeopatica si basa sul principio "similia similibus", cioè la malattia sofferta dal paziente è sconfitta dalla malattia procurata artificialmente dalla sostanza che è capace di provocare sintomi simili. Non bisogna, però, illudersi di avere a che fare con una materia semplice: lo studio dell'omeopatia è infatti assai complesso. È importante, anche per il farmacista, conoscere le basi di questa nuova disciplina, che si sta affermando anche nell'ambito della medicina veterinaria.
Un recente sondaggio condotto nel nostro Paese ha evidenziato che circa nove milioni di Italiani si curano con la medicina alternativa. Questo dato statistico, per nulla trascurabile, equivale al 15% della popolazione nazionale e diviene ancora più significativo se si considera che nelle regioni settentrionali si arriva al 25%. Gli intervistati hanno dichiarato di preferire le cure non convenzionali, perché meno tossiche e perché consentono di instaurare con il medico un rapporto più esaustivo.
I risultati dell'indagine confermano quanto già sembrava trasparire da un decennio a questa parte: il mondo occidentale si sta progressivamente interessando a principi e valori nuovi, quali la riscoperta della natura, l'apertura mentale alle religioni e alle filosofie orientali, l'interpretazione della medicina in termini sempre più olistici.
I mass media ci parlano quasi quotidianamente di omeopatia, fitoterapia, agopuntura, pranoterapia, floriterapia di Bach, iridologia, reflessologia plantare, kinesiterapia, reiki, ayurveda ecc., tanto che il farmacista si sente rivolgere con sempre maggiore insistenza domande chiarificatrici sulle più disparate tecniche diagnostiche e terapeutiche alternative a quelle tradizionali.
Molte farmacie si sono già attrezzate in questo senso: reparti merceologici sempre più forniti, esposizione di cartelli pubblicitari e poster esplicativi, presenza di colleghi esperti in materia, disponibilità ad ascoltare e accontentare le richieste del cliente. Questi sono tutti elementi indicativi di una professionalità che oggi rappresenta, più che un dovere, una strategia vincente per emergere in un panorama caratterizzato da una forte concorrenza.
Il fenomeno interessa in misura più o meno ampia anche cani, gatti. Infatti, è intuitivo immaginare come i padroni scelgano per i propri animali le medesime cure adottate in prima persona. Già una simile indicazione è importante per valutarne l'efficacia, in quanto gli animali non sono influenzabili psicologicamente: la loro guarigione, pertanto, è reale e il ben noto "effetto placebo", tradizionalmente chiamato in causa dai detrattori delle cure alternative per giustificare i benefici invocati dai nostri simili, non avrebbe ragione di esistere negli animali, autorizzando così chi crede in tali discipline a perseverare nel suo operato.

Un po' di storia
Quando si parla di medicina alternativa, viene subito in mente l'omeopatia. Non a caso, facendo sempre riferimento al sondaggio, l'omeopatia viene stabilmente utilizzata dall'8% dei nostri connazionali, occupando il primo posto della classifica delle cure non convenzionali.
L'omeopatia poggia le sue basi sulla celeberrima legge dei simili (Similia similibus curentur), secondo la quale un agente patologico è in grado di guarire la patologia da esso stesso scatenata, cui fa da contrappunto l'impiego di sostanze terapeutiche a dosaggi infinitamente bassi.
Fu il tedesco Hahnemann, sul finire del XVIII secolo, a indagare approfonditamente il parallelismo tra l'azione tossicologica/patologica di una sostanza e il suo potere terapeutico, peraltro già teorizzato e indagato nell'antichità. I suoi studi, spesso condotti valutando l'effetto dei farmaci sulla propria persona, culminarono nell'enunciazione della legge dei simili che, correttamente formulata nella sua interezza, può essere così riassunta: qualunque sostanza farmacologicamente attiva determina in un individuo sano una serie di sintomi caratteristici; qualunque individuo malato manifesta una serie di segni clinici (cambiamenti nel modo di sentire o agire) peculiari dell'affezione patologica che l'ha colpito; si può ottenere la risoluzione della malattia (ovvero la totale scomparsa dei segni clinici stessi) mediante l'impiego a dose debole o infinitesimale della sostanza che ha suscitato la patologia medesima.
Per ottenere le dosi terapeutiche a concentrazioni infinitesimali occorre effettuare le cosiddette diluizioni omeopatiche a partire dalla sostanza originaria di base. In questo modo la sostanza medesima non agisce in funzione delle proprie caratteristiche chimico/farmacologiche, come avviene nella farmacologia allopatica, bensì a livello dinamico, interferendo con l'energia del paziente e stimolando la cosiddetta vis medicatrix naturae, cioè la tendenza naturale da parte dell'organismo a riparare le lesioni e a guarire dalla malattia.
La contrapposizione con le azioni distruttrice, inibitrice e sostitutiva della medicina allopatica è molto evidente: l'omeopatia agisce nella medesima direzione delle reazioni organiche, stimolandole (e non sopprimendole) per renderle più efficaci. Ciò ha portato i seguaci di Hahnemann a coniare un'espressione particolarmente esplicativa: "L'omeopatia cura il malato e non la malattia".
Ancora una volta, dunque, ci si riallaccia a quanto citato in apertura: l'omeopatia si basa sulla visione olistica del paziente, considerando la malattia come un'alterazione dinamica dell'energia vitale individuale. Il rapporto più stretto con il medico, citato dagli intervistati, tiene conto della valutazione del paziente non come un semplice insieme di organi e apparati, ma come una persona o - se vogliamo traslare il concetto in medicina veterinaria - un essere vivente dotato di una propria individualità.

Terapia alternativa in medicina veterinaria
Chi si interessa di omeopatia scopre invariabilmente che l'utilizzo di questa disciplina trova interessanti riscontri pratici: le possibilità d'intervento, infatti, sono numerose e la sua corretta applicazione può essere tranquillamente estesa agli animali con eccellenti risultati, forte dell'esperienza maturata in oltre due secoli in campo umano.
Non bisogna, però, illudersi di avere a che fare con una materia semplice: lo studio dell'omeopatia è assai complesso e proprio questo concetto, specie se associato a un certo ingiustificato scetticismo, ha da sempre avvolto questo settore di un alone di mistero.
Una delle principali differenze tra l'applicazione dell'omeopatia sull'uomo e sugli animali risiede nella serie di variabili che caratterizzano il settore veterinario: le specie animali sono più di una e a ciò vanno aggiunte la molteplicità razziale, le differenti caratteristiche anatomiche, fisiologiche e patologiche, le condizioni ambientali e di vita non sempre uguali, l'utilizzo diversificato da parte dell'uomo e così via.
Per quel che concerne gli animali da reddito, un aspetto troppo poco considerato riguarda i benefici indiretti che si ripercuotono positivamente su noi stessi a seguito dell'applicazione dell'omeopatia in medicina veterinaria. In tempi di mucca pazza, di polli imbottiti di ormoni, di tacchini nelle cui carni vengono rinvenuti residui di antibiotici, di pesci inquinati dai metalli pesanti e di frodi alimentari in generale, il ricorso a preparati privi di effetti residuali può comportare indubbi benefici per il consumatore.
Considerando invece gli animali domestici, l'omeopatia può essere impiegata con successo nella quasi totalità dei processi patologici acuti e cronici. È soprattutto in questi ultimi, però, che appare evidente la differenza con la terapia farmacologica allopatica: trattamenti prolungati a base di medicamenti con potenziali effetti collaterali o controindicazioni sono spesso all'ordine del giorno e possono giustificare, a parità di risultati, il ricorso alle cure dolci.

Le correnti di pensiero
Quanto all'aspetto puramente pratico, in omeopatia esistono tre differenti correnti di pensiero: l'unicismo, il pluralismo e il complessismo.
Gli omeopati unicisti ritengono che esista un solo rimedio in grado di risolvere tutti i problemi presentati da ogni singolo animale e che, di riflesso, soggetti differenti che manifestino i medesimi sintomi non debbano necessariamente essere curati con lo stesso rimedio.
Gli omeopati pluralisti utilizzano di solito più rimedi singoli. Gli omeopati complessisti, infine, fanno uso di una o più miscele di sostanze diverse (spesso a differenti diluizioni), da somministrare contemporaneamente.
Alle prime due categorie appartengono professionisti che applicano i principi omeopatici classici, scandagliando con il cosiddetto "interrogatorio" le profondità dell'unità mente/corpo del paziente, alla ricerca di informazioni spesso di apparente trascurabile importanza, ma in realtà essenziali per una corretta formulazione diagnostica. L'interrogatorio non è altro che un'anamnesi omeopatica particolarmente approfondita e dettagliata, che ha tuttavia come limite il doversi per necessità rivolgere al proprietario dell'animale, il quale, per quanto obiettivo e approfondito conoscitore del proprio beniamino, non è sempre necessariamente in grado - perché interprete di atteggiamenti, comportamenti e stati d'animo - di fornire risposte completamente esatte o esaurienti.
Dell'ultima categoria fanno invece inevitabilmente spesso parte tutti i medici veterinari che utilizzano comunemente la medicina tradizionale, ma che possono (abitualmente o saltuariamente) ricorrere alle prescrizioni omeopatiche, quasi sempre dopo avere effettuato una diagnosi allopatica.
In tal caso, si tratta per certi versi di un'ibridazione che probabilmente può far storcere il naso ai puristi (certamente a unicisti e pluralisti che, seguendo le indicazioni hahnemanniane, mettono in atto un rigoroso interrogatorio omeopatico), ma che può in talune situazioni garantire buoni risultati.
A proposito di rimedi omeopatici complessi o composti, è doveroso ricordare che nel nostro paese esistono aziende farmaceutiche omeopatiche che hanno formulato e commercializzato linee di preparati specificamente studiati per la medicina veterinaria.
ARTICOLO

Paola con Swan e Dixie
http://www.tequyla.it/
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