00 02/09/2018 13:59
Ciao a tutti, sono nuovo e non so nemmeno se sia la sezione giusta, nel caso mi scuso. Ieri il mio Boxer Nikita mi è venuto a mancare in casa, ed ho un peso addosso sul fatto che avrei potuto fare di più che non mi fa dormire. Sapevamo che prima o poi sarebbe successo, ma il dolore è stato più forte di quanto pensassi.
Parto col dire che ci riteniamo fortunati, leggendo su internet abbiamo visto che sono cani che vivono in media dai 8 ai 10 anni. Nikita aveva 12/13 anni, quindi immaginiamo di averla tenuta bene e che è stata bene con noi. Fino al giorno prima giocavamo senza problema, sembrava un cucciolo per quanta energia avesse. Ieri, torno a casa, mi fa le feste come di consueto, poi all'improvviso hanno iniziato a cedergli le gambe, dal momento che ogni tanto soffriva di crisi epilettiche, stavo per dargli le goccine che il dottore mi aveva detto di dargli in certi casi, ma ho subito visto che la crisi era diversa dal solito. Non riuscivo ad aprirle la bocca per quanto forte la teneva serrata. Ho chiamato subito il veterinario (che, stendiamo un volo pietoso, sapendo fosse un emergenza se l'è presa comoda), ho tentato di fargli da solo un massaggio cardiaco, qualsiasi cosa fosse in mio potere, ma non c'è stato nulla da fare (premetto che non ho macchina). Io non so se avessi potuto fare altro, l'unica cosa che mi solleva il morale è sapere che non se ne è andata da sola, ma che ha aspettato tornassi a casa.
Il dolore è doppio perchè venne salvata da mio padre e portata a casa nostra. Mio padre e lei erano legatissimi. Mio padre è morto l'anno scorso, e dopo la sua morte Nikita è come se fosse stata un suo prolungamento. Adesso è come se piangessi sia per mio padre che per lei.
Ma come si fa a superare? Il nostro è stato anche un rapporto che si è evoluto nel tempo. A me i cani non sono mai piaciuti, ho sempre preferito i gatti, quindi quando mio padre la portò a casa non ero molto favorevole alla cosa, ma con gli anni abbiamo iniziato a volerci bene. Ed ora non sentire le zampe sul pavimento, non vedere il musetto speranzoso mentre mangio.... è dura.