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Addestramento : tecnica ma anche occhi, cuore, attenzione...

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2008 10:53
22/12/2008 11:18
 
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In questi ultimi tempi ho sempre più conferma di quanto siano importanti dei piccolissimi particolare per noi che invece sono enormi per i nostri cani.
Parlo degli occhi, delle espressioni, dei tempi, del cuore.
Alcuni esempi. Ieri esaminavo una borderina fantastica che però in condotta ha dei saltelli e delle perdite di attenzione che non sono da lei e l'impressione è che non era solo tecnica. Per la prima volta ho preso io in mano il cane e ho provato a fare condotta. Era perfetta. Mi sono chiesta cosa c'era di diverso. Tecnicamente niente la ragazza è molto molto brava quindi non era quello. Era la tensione facciale e corporea, gli sguardi, il modo mio di dirgli tutto ok siamo insieme mentre lei si concentrava troppo e trasmetteva tensione.
Altro esempio. Il ritorno dal salto. Un cane rientra di lato con il riporto. Anche quello non è da quel cane. Vedo però che il cane guarda il conduttore in millesimo prima di cambiare traiettoria sul rientro. Chiedo al conduttore dove guarda. E lui mi dice : di lato a me dove deve rientrare il cane per vedere se è dritto. OK gli dico, guarda il salto. E il cane rientra giusto !!!
Altro esempio : Velvet in classe due rientrava spesso lenta sul riporto fino a quando mi sono resa conto che si era creato un circolo vizioso. Io la fissavo mentre tornava, lei da galateo canino rallentava e io la fissavo ancora di più evidentemente magari con pure una espressione scontenta. E lei rallentava ancora. Adesso guardo di lato e tutto è ok !! (A proposito me lo devo ricordare anche nella descriminazione )
Sempre sul riporto : conduttore guarda il cane e il cane mastica. Conduttore smette di preoccuparsi del cane e il cane torna senza masticare.

Sempre Velvet. Ero felicissima del suo modo di lavorare e delle tecniche acquisite, Velvet era cuccioletta ma mi rendeva orgogliosa. Viene una mia amica molto molto brava da Roma e io tutta felice le mostro cosa Velvet sa fare. Peccato che piano piano la cagna si spenge e lavora maluccio sicuramente senza quella spinta, quella determinazione e quella gioia che mi rendevano orgogliosa del nostro lavoro. Praticamente batto la testa nel muro per due giorni fino a che mi si accende la lampadina : io lavoro sempre da sola, magari con persone accanto ma nessuno che mi dice cosa fare e come farlo, soprattutto non discuto con nessuno dopo l'esercizio. Invece con la mia amica mi trovavo per la prima volta con Velvet in questa situazione. E Velvet pativa tantissimo il fatto che invece di essere al 100% con lei durante l'esercizio e dopo di complimentarmi veramente e con il cuore e tutta me stessa io mi occupassi di un'altra persona "staccando" da lei. Il giorno dopo ho provato a restare mentalmente e con il cuore con lei e tutto è tornato perfetto. Adesso lo so e mi preoccupo che i ragazzi anche e soprattutto in gara continuino a pensare al cane e non a stewart, giudici, pubblico. Binomio SEMPRE.
Conferma di questa cosa mi è arrivata anche adesso per un whippet (belgi e whippet sono di una sensibilità mostruosa) che lavorava bene con la proprietaria a casa ma non al campo. Spesso questi problemi sono appunto legati alla tensione emotiva del conduttore che cerca di capire cosa l'istruttore gli dice e non è CON il cane durante e dopo l'esercizio.
Dennis è il mio whippet dolcissimo e molto "mammone" con una docilità e sensibilità impressionante. Provo a fare agility con lui ed è difficilissimo. Basta che sbagli ad esempio passando di lato al secondo salto e si chiude. Comincia ad andare sempre peggio eppure io gli parlo dolcemente, cerco di rincuorarlo però sembra che pensi "non ce la faccio, non ci riuscirò mai". Alla fine invece di non premiare se sbagliava ho cominciato a premiare pure gli errori, un premio minore ma sempre un premio. E lui si è sbloccato. Ha cominciato a credere in sè stesso e nelle sue capacità e adesso (se avessi un campo) sarebbe un cane da gara non male...

Altro problema.
Io sono sicuramente contro ogni forma di talebanesimo... ovvero partendo dal principio che lavoro solo in rinforzo sono dell'idea che bisogna conoscere duemila tecniche ed utilizzarle a seconda del cane. Per talebanesimo non si può lavorare solo in rinforzo o solo in stimolo, non si possono ignorare degli aiuti di cui il cane ha bisogno per capire.
Ho visto cani lavorati in solo rinforzo senza alcun aiuto (sembra che aiutare sia anche indirizzare il premio affinchè il cane abbia maggiori possibilità di ripassare ad esempio nel posto giusto, od utilizzare un target mano, ecc.) che sembrano cani lavorati in estrema coercizione, spenti e spesso stressati.
Io utilizzo di tutto e anche nello stesso cane sono pronta a cambiare metodo se questo lo porta a capire prima e a non stressarsi e divertirsi. Quindi ok a shaping per aiutare il cane a capire che è lui il protagonista, che lui può scegliere ma con criterio nella piena vittoria quasi immediata del cane, con piccoli aiutini se servono che rendono divertente il gioco. Si a lavoro in stimolo se questo fa divertire il cane in una cosa che altrimenti diventerebbe noiosa. Insomma ogni cosa va bene purchè non diventi una fonte di stress ma di gioia, un modo per arrivare facilmente alla soluzione degli esercizi e che quegli stessi esercizi diventino un gioco per il cane e non un lavoro.

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